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Firenze 14/11/2020

Una “nuova” categoria vecchia di un secolo

Il Covid ha spinto il Coordinamento a organizzare o a partecipare a diverse manifestazioni online. La sera del 13 novembre 2020, alle 21 era prevista la presentazione di un libro, “La Croce Rossa dalla grande guerra al fascismo. Informazione, propaganda, arti e società civile”, a cura di Paolo Vanni e Fabio Bertini, per Franco Angeli, 2020. La cosa era organizzata insieme da Croce Rossa italiana e Coordinamento Nazionale delle Associazioni Risorgimentali. Era una bella occasione di discussione. Vi partecipavano i professori Costantino Cipolla, Laura Diafani, Christian Satto, Alessandro Fabbri, con uno dei curatori.
Ebbene, la manifestazione è stata impedita da una incursione di individui strepitanti che, con sfilza di bestemmie, musiche assordanti, invettive, sproloqui, hanno impedito che si potesse svolgere il programma. I relatori, brave e oneste persone che avevano preparato gli interventi, sono stati defraudati del loro tempo, gli autori della possibilità di sentire commentata la loro fatica, gli spettatori della possibilità di sentire, vedere e discutere via chat.
Non sottovalutiamo. È già stato fatto una volta cent’anni fa. Siamo in presenza di uno squadrismo informatico che merita assolutamente di essere contrastato. Guai a definire bravate giovanili fenomeni che sono violenza sistematica e politicamente consapevole alla  democrazia e alla libertà di pensiero.



L’abolizione della pena di morte in Toscana
30 novembre 1786



Il Coordinamento Toscano dei Comitati del Risorgimento riunisce soggetti che, riconoscendosi in alcuni principi di fondo e accogliendoli nei rispettivi statuti, si assumono il compito di tenere viva l’attenzione per la storia del Risorgimento, nella convinzione che quella storia sia stata importante nel passaggio dalla storia moderna all’età contemporanea e che sia stata parte fondamentale della storia europea e mediterranea.

Toscani

Nel Risorgimento si è lottato per un paese unito e libero, all’altezza della modernità istituzionale ed economica che altri stati avevano raggiunto e che veniva impedita dalla mancata indipendenza. In tal modo, si è lottato anche per l’Europa, che fosse quella delle nazioni sorelle di Mazzini, che fosse l’Europa della modernità di Cavour, che fosse la fratellanza tra i popoli liberi di Garibaldi.

La natura dei Comitati, fortemente legarti ai rispettivi territori, favorisce l’approfondimento delle specifiche storie, facendo leva specialmente sulla tradizione toscana di rigorosi e appassionati studi locali che niente hanno da invidiare ad altri tipi di storiografia. Nello stesso tempo, la convinzione maturata in oltre un decennio che il Risorgimento faccia parte della storia europea, consente di collocare quegli studi nelle coordinate di un più ampio sviluppo. Ma la ricerca storica, cui già da tempo, i Comitati hanno dato un alto contributo con convegni, incontri e ricerche, è solo la premessa per il compito civile che essi, insieme al Coordinamento, si propongono di svolgere per la diffusione dei valori che il Risorgimento ha saputo a suo tempo affermare. In questo sta il principio “politico” dei Comitato e del coordinamento, cioè un collocarsi fuori dalle battaglie partitiche contingenti, lasciandole ai singoli soci come loro fatto personale, tenendo però dritta la barra dei principi democratici e costituzionali. In essi, le diverse forze che hanno creduto nel Risorgimento trovarono la loro coesione, così come, passata la parentesi fascista che aveva distrutto le libertà civili e politiche, accadde alle forze che si ritrovarono nella resistenza e nella guerra di liberazione. Ciò consentì l’approdo a una Costituzione seria e condivisa, fondata sulla democrazia dei partiti e sulla democrazia del Parlamento, solida nelle caratteristiche costituzionali, nell’equilibrio dei poteri e nei principi di giustizia sociale.

Il Coordinamento Toscano, come alcuni dei Comitati, fa parte del Coordinamento nazionale del Risorgimento che ha contribuito a fondare e che riunisce diversi soggetti attivi di tutta Italia uniti dal riferimento alla storia nazionale unitaria ed ai simboli dello Stato repubblicano, a cominciare dal tricolore e dall’Inno, simboli il cui valore è certificato dal sacrificio e dalla dedizione di tanti patrioti di ogni classe sociale. Spiegare queste cose alle cittadinanze e alle scuole, mettere a disposizione dedizione e risorse umane completamente volontarie e senza fine di lucro, lavorare ogni giorno nella convinzione che i principi non sono cosa astratta, ma il fondamento di ogni buona “agorà”, approfondire la storia e i suoi problemi fuori da ogni retorica, sono compiti che ognuno dei tanti volontari impegnati con noi si danno. Ed è compito di tutti lavorare ancora perché i valori del Risorgimento tornino ad essere scelti dalla buona cittadinanza come guida per la propria coscienza e per gli indirizzi del Paese.


Le Comunità Toscane al tempo del Risorgimento

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